L’Australia dichiara guerra ai gatti selvatici: due milioni da abbattere

I felini vengono considerati responsabili dell’estinzione di almeno 28 specie animali
 
 
L’Australia prevede l'uccisione selettiva di oltre due milioni di gatti selvatici nei prossimi quattro anni, entro quindi il 2020. La decisione, precisa il governo federale, è stata presa per cercare di mettere un freno alla progressiva estinzione di mammiferi autoctoni.
 
120 sono le specie native australiane ad oggi fortemente a rischio e i gatti sono i principali e più temibili predatori fin da quando furono importati dagli europei verso la fine del 1700. Si stima che i circa 20 milioni di gatti della nazione uccidano almeno 75 milioni di animali nativi al giorno e che il più piccolo dei felini sia responsabile di 28 delle 29 estinzioni degli ultimi 200 anni.  
 
Quella che è già stata definita una vera e propria “guerra ai gatti selvatici” verrà combattuta non proprio ad armi pari. Saranno utilizzate delle esche avvelenate e il ministero ha inoltre predisposto una app, FeralCatScan, che consentirà alle persone di allertare le autorità sulle aree in cui è stato avvistato un gran numero di predatori.  
 
“E’ molto importante sottolineare che non odiamo i gatti”, si è difeso alla radio Gregory Andrews, nominato Commissario per le specie minacciate. “Però non possiamo più tollerare il danno che stanno facendo alla nostra fauna selvatica. Oltre 120 specie sono a rischio estinzione e la scienza ha dimostrato, con evidenza cristallina, che la più grande minaccia sono proprio i gatti”. “E’ un provvedimento necessario”, ha aggiunto il ministro dell’ambiente Greg Hunt, prima di spiegare che il governo australiano sta spingendo per una regolamentazione più severa per chi possiede un gatto e su misure per il controllo della popolazione, come la sterilizzazione e l’uso del microchip. “Entro il 2020”, ha concluso Hunt, “voglio vedere 2 milioni di gatti selvatici abbattuti e le misure di controllo applicate su 10 milioni di ettari”.



 
Una situazione tanto grave, secondo gli esperti, da richiedere che anche i gatti domestici vengano controllati. “Bisogna prendere provvedimenti perché non sia loro permesso di uscire”, ammonisce il dottor Damien Licari, ecologista intervistato da Abc Radio. “Non c’è dubbio che cani e gatti domestici abbiano un impatto devastante sui piccoli mammiferi e sugli uccelli delle aree urbane”.
 
I gatti non sono nativi dell’Australia: sono stati introdotti circa 200 anni fa dai colonizzatori europei. Si stima che al momento ci siano in Australia circa 20 milioni di gatti e che uccidano ogni giorno 75 milioni di animali di specie originarie dell’Australia. Le specie australiane a rischio sono circa 1.800 e l’Australia è uno dei paesi al mondo in cui si estinguono più specie animali: 29, dall’arrivo degli Europei a oggi.
 
Tutti gli stati e i territori che compongono l’Australia hanno già deciso di classificare i gatti inselvatichiti come “animali nocivi”. Il governo australiano ha spiegato che la maggior parte dei soldi che investirà nei prossimi cinque anni in questo progetto sarà usata per finanziare l’abbattimento dei gatti, che saranno adescati, soffocati o uccisi attraverso la caccia. Il governo si sta impegnando a dimostrare che queste azioni saranno svolte nel modo più “umano e efficace possibile”.
 


Anche la Nuova Zelanda – in cui i gatti sono arrivati poco dopo rispetto all’Australia – ha problemi simili e nel 2013 Gareth Morgan, un famoso economista neozelandese, aveva chiesto di eliminare tutti i gatti del paese, definendoli “natural born killers”, (assassini nati). L’approccio australiano è invece diverso: «È importante sottolineare il fatto che noi non odiamo gli animali», ha spiegato Andrews. «Semplicemente non siamo più in grado di tollerare i danni che stanno facendo alla nostra fauna».



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