La Toxoplasmosi nel Gatto Bengala

Il Bengala può infettarsi quando si nutre di roditori e uccelli contaminati o ingerendo carne cruda.
I gatti randagi e quelli abituati a vivere all’esterno sono più soggetti a contrarre la malattia.
La malattia si verifica con lo sviluppo di uova all’interno del tessuto nervoso, muscolare e viscerale del gatto, che può espellere a sua volta feci potenzialmente pericolose (le oocisti sono in grado di sopravvivere anche per un anno in ambiente umido).
I Bengala possono essere infetti senza sviluppare la malattia. La toxoplasmosi è prevalentemente asintomatica e i sintomi possono essere confusi con altre patologie (febbre, inappetenza, dimagrimento). La malattia ha sempre esito favorevole, diventa pericolosa solo se associata ad altre affezioni (FIV o FeLV) perché ne aggrava di molto i sintomi.
Le persone possono contrarre questo parassita in due modi: ingerendo le oocisti emesse con le feci dai Bengala infetti ( consumando verdure lavate male, raccolte dove il gatto ha defecato), oppure mangiando carni poco cotte di animali contaminati (carne di maiale o di pecora). Nell’uomo la toxoplasmosi non dà sintomi o comunque molto lievi che portano allo sviluppo anticorpi protettivi.
L’infezione è invece pericolosa se contratta durante la gravidanza. Infatti, se una donna incinta sieronegativa (non ha mai avuto contatto con il parassita) viene infettata, può trasmettere il toxoplasma al feto (nel 30-50% dei casi) e può causare l’aborto. Se sono positive sono protette perché hanno già gli anticorpi, e non hanno nulla da temere. Se invece sono sieronegative devono adottare alcuni accorgimenti e regole igieniche per evitare di venire a contatto con il parassita.


www.allevamentogattibengala.it,  khoomfay

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