Il Gatto Bengala e l'inquinamento genetico
Domestico e selvatico il nostro amico gatto altera la biodiversità
Il percorso dell’uomo e del gatto selvatico si sono incrociati da almeno 9 mila anni e da quel momento abbiamo cominciato a sviluppare con loro un legame indissolubile che ci ha permesso di operare quella selezione artificiale il cui risultato, ovviamente, è il nostro gatto domestico la cui gestione, nell’ottica della biodiversità e della conservazione della natura, è una nostra responsabilità e dobbiamo affrontarla.
Da circa 25anni però, vengono realizzati studi e ricerche per approfondire e capire il legame tra i gatti domestici e la modificazione della biodiversità ...
Il nostro amato felino , pur essendosi plasmato con l'essere umano, ha mantenuto nel suo dna un indole predatoria piuttosto rilevante , tanto da renderlo persino responsabile dell'estinzione di piccole specie endemiche in alcune isole; il gatto domestico è stato inserito nella lista delle delle 100 specie invasive piú dannose al mondo.
Un fattore molto importante allo studio di molti esperti, è che il gatto domestico rappresenta, a causa dell’ibridazione, uno dei principali fattori di rischio per il gatto selvatico, specie particolarmente protetta in Italia e verso la quale l’Europa dà direttive precise per la sua gestione conservativa.
Proteggere una specie significa mettere in atto tutte le diverse strategie per conservare il piú possibile il suo patrimonio genetico selvatico cioè “naturale” e l’habitat in cui vive.
Quindi, il nostro caro Gatto, cosí prezioso per la storia della nostra specie rappresenta un grosso problema per la biodiversità, in modo particolare il gatto bengala che è ibrido incrociato con il prionailurus Bengalelsis, ovvero il gatto leopardo.
Molte persone e anche gli animalisti a volte sollevano polemiche se alcuni allevamenti del gatto bengala mantengono i loro esemplari in grandi gabbioni chiusi; apparentemente si può pensare che non sia molto salutare per il gatto vivere chiuso in un ambiente circoscritto; spesso ci si dimentica che la promisquità tra gatti domestici e gatti selvatici può causare appunto ibridazione oppure ci può essere anche trasmissione di malattie.
Una nota allevatrice di Gatti Bengala, Alba, che si innamorò di questa razza dopo aver visto per la prima volta un leopardo asiatico nel Caucaso, ci racconta di aver creato un gigantesco recinto di 100 mq , dove poter far vivere i suoi leopardi domestici ( allevamento KhoomFay www.allevamentogattibengala.it ) proprio per non creare problemi di inquinamento genetico.
Racconta: - Avere un gatto Bengala come compagno di vita è un esperienza fantastica, un piccolo leopardo che si aggira furtivamente nel salotto non ha prezzo; ma una cosa è avere un gatto Bengala, e averlo sterilizzato (pratica molto consigliata per questa razza), un altra cosa è possedere esemplari integri e doverli gestire nell'ambiente.
Non si può tenere un gatto bengala in gabbia, nessun gatto a dire il vero...
ci sono purtroppo diversi allevatori che, a parte il bel sito internet, li costringono a vivere dentro stanze anguste o in gabbie metalliche e spazi ridotti, questo è inconcepibile;
ma realizzare delle aree adatte alla loro vita comoda e "libera" ritengo sia necessario per il benessere dei gatti e per il benessere dei cuccioli, inoltre è diventato necessario prendere consapevolezza che in quanto ibrido, il gatto bengala potrebbe diventar eresponsabile di contaminazione genetica.
Quando adottate quindi un gatto bengala, siate consapevoli che è un ibrido; siate responsabili e sterilizzatelo.
Affidatevi ai consigli di chi li alleva da moltissimi anni e che ha molti consigli da darvi , anche su aspetti che voi magari mai sarebbero venuti in mente....
Rif: Guida all'allevamento di Gatti Bengala http://www.allevamentogattibengala.it )
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