Anche l'Empire State Building urla al mondo la necessità di salvare gli animali in via d'estinzione
Sul grattacielo di New York sono state proiettate le immagini in movimento di molte specie a rischio estinzione, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla loro conservazione.
Tigri, leoni, camaleonti, lemuri e rane hanno lasciato per un giorno giungle, savane e paludi per trasferirsi in un luogo decisamente insolito, l’Empire State Building di New York.
Nella notte del primo agosto, infatti, sul celebre grattacielo sono state proiettate le immagini di numerose specie animali a rischio estinzione.
Le immagini in movimento, relative a 160 specie e trasmesse da quaranta proiettori, hanno “occupato” oltre trenta piani dell’edificio, dando vita ad uno spettacolo mozzafiato che ha tenuto con il naso all’insù centinaia di passanti.
L’obiettivo dell’iniziativa, chiamata Projecting Change: The Empire State Building, era quello di sensibilizzare l’opinione pubblica circa il preoccupante stato di conservazione di molti animali e focalizzare l’attenzione sul ritmo allarmante con cui le specie si stanno estinguendo, dando vita alla sesta estinzione di massa della Terra.
È stata proiettata anche una foto di Cecil, il leone simbolo dello Zimbabwe ucciso da un cacciatore di trofei. “Volevamo creare qualcosa di bello e che fosse in grado di richiamare l’attenzione sulle specie a rischio estinzione”, hanno spiegato il regista Louie Psihoyos, autore del documentario Premio Oscar The Cove, e l’artista visuale Travis Threlkel, coloro che hanno realizzato le immagini per l’iniziativa organizzata dall’associazione Oceanic Preservation Society.
I protagonisti sono animali noti, come il leone (Panthera leo), la tigre (Panthera tigris) e la megattera (Megaptera novaeangliae) e altri meno conosciuti, come il leopardo delle nevi (Panthera uncia), il tamarino dal mantello dorato (Leontopithecus rosalia) e il tritone iraniano maculato (Neurergus kaiseri), tutti uniti da un triste comune denominatore: il rischio di estinzione.
“Speriamo che attraverso queste immagini il mondo si renda conto del tesoro che stiamo perdendo”, ha concluso Psihoyos.
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